An interview with/Un'intervista con Veronica Sacchi
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Could you tell us something about your experience with Mathematical Olympiads? Any particular moment that stuck?
The best part of Maths Olympiads, beyond the competition itself, is everything surrounding it: the atmosphere is always lively and every day is packed full with interesting encounters, so you can't really be bored. In my case, I have very pleasant memories from every single maths competiton I took part in; they are always tinted with a touch of anxiety, but I guess this is normal: what is life without a thrill, anyway? At every contest I met people I now owe a lot to, and forged bonds I hope will never break. EGMO in particular, I feel, goes even beyond the European dimension into a truly global one. It's not every day you get to sit down with Japanese and Mexican girls for breakfast while the American contestants are passing by, or go sightseeing in a foreign city with Norwegian girls telling you all about the marvellous ice castles of their own country, or finally end up in one of the oldest Cabarets in the world, playing eight hand pieces on a small piano with your Italian, Norwegian and Japanese friends. Seeing so many different girls work hard to answer the same questions and then live together and go out together for almost a week is non just fun: on the one hand, it strengthens the bonds with the other girls in your own team, whom you already know and have shared plenty of special moments with, and whose support will be invaluable during that week; on the other, you are pushed to develop even more connections, since all things considered we are not opponents, but rather we are all facing the same challenge, which undoubtedly brings us together.
Francesca and Veronica with other contestants at Cabaret Voltaire.
Can you tell us your "secrets" for preparing for a competition?
Hugs, lots of hugs! Hugs are of paramount importance, and Giada's, Alessandra's and Alice's (Observer, Leader and Deputy Leader of the italian team at EGMO 2017, t/n) are especially lucky. In all seriousness, without them I would have had a harder time, not just at the last EGMO, but also in other competitions. Let's just say I am not the most even-tempered person and knowing them to be close really helped me find my cool during stressful moments.
Alice hugging Veronica at EGMO 2017.
What do you absolutely need when sitting a test?
Lucky charms and food: they are the main “distraction” during the test. Eating an apple, fidgeting with a necklace or a ring sometimes helps you to see a problem from a different perspective. But do not stress over it! To tell you the truth, the morning of day 2 at EGMO 2017 I was so nervous I forgot all my lucky charms in my room and... well I realised I had a test to sit and everything else could just wait. The outcome? It was one the best competition papers I ever sat in my life!
Do you have any recommendation on time management during a maths competition?
Try to avoid obsessively checking the time before you have finished writing down a solution. It is most likely a very subjective matter, but I believe that dividing up the given time in fixed slots does not necessarily help: I think what's most useful in competitions is being flexible, able to adapt known strategies and ideas to different problems. I'm not sure you should commit to spending exactly x minutes to do Problem A and then y minutes to do Problem B: I always thought that such a plan would force me to work like a machine. I would say, try to get in with the idea of having fun and let the problems capture you; glancing at the clock too often might keep you on the ground, instead of letting your imagination fly.
Are there any women in mathematics who inspired you?
Historical figures of women in mathematics are quite rare, but their contribution is still substantial. I guess my favourites would be Hypathia of Alexandria and Sophie Germain, mostly because of their energy, their tenacity in combating the social norm of the time which would deny them the chance to pursue their passion, and the acumen they demonstrated in and outside of maths. They are iconic figures, but I have to say I don't often think about them in my own pursuit of mathematics: the most intriguing part of it for me is experimenting with different strategies in order to reach a goal, which is a challenge I might not have fully appreciated without EGMO.
Francesca and Veronica with other contestants at EGMO 2017.
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Ci puoi raccontare qualcosa della tua esperienza olimpica? Quali sono i momenti che ti sono rimasti più impressi?
Una delle parti migliori delle olimpiadi, oltre alla gara in sè, è forse tutto quello che sta intorno alle gare, o almeno ad alcune di esse: il clima che si respira da quelle parti è sempre frizzante e quelle giornate sono sempre ricche di incontri interessanti, non ci si annoia davvero mai... Per quel che mi riguarda porto ricordi piacevoli di tutte le occasioni olimpiche che ho avuto il piacere di vivere, anche se velati da un po' di ansia, com'è normale credo: ma anche così, cos'è la vita senza un po' di brivido? Ogni gara mi ha portato a incontrare persone a cui devo molto ormai e ha consolidato dei legami che spero non si spezzino mai; in modo particolare però le EGMO sono animate da uno spirito non solo europeo ma – oserei dire – quasi mondiale; non capita tutti i giorni di sedersi a colazione tra ragazze giapponesi e messicane mentre vedete passare le americane, o di visitare una città estera insieme a qualche ragazza norvegese che vi racconta dei loro splendidi castelli di ghiaccio, per poi entrare in uno dei più antichi Cabaret e divertirvi a strimpellare su un pianino a 8 mani tra italiane, norvegesi e giapponesi. Vedere così tante ragazze diverse che si impegnano a risolvere gli stessi quesiti per poi uscire e vivere insieme per quasi una settimana è molto più che divertente: da una parte unisce di più alla squadra che già conosci, quella con cui hai già condiviso tanti momenti e che diventa un sostegno irrinunciabile per almeno quella settimana; dall'altra ti spinge a creare nuovi legami ancora, perchè alla fine non siamo avversarie, al contrario siamo tutte messe di fronte alla stessa sfida e questo sicuramente ci unisce!
Quali sono i tuoi “segreti” per prepararti alle gare?
Tantissimi abbracci: gli abbracci sono fondamentali e quelli di Giada, Alessandra e Alice in particolare portano molta fortuna! Scherzi a parte, se non ci fossero state loro, non solo alle scorse EGMO ma anche a gare precedenti, forse me la sarei vista peggio. Diciamo che non sono una persona troppo tranquilla e saperle vicine mi ha aiutato a superare più lucidamente i momenti di stress.
Di cosa non puoi fare a meno durante la gara?
Portafortuna e cibo: sono forse le principali “distrazioni” durante una gara. Mangiare una mela o rigirare una collana o un anello a volte porta a vedere un problema da prospettive diverse. Ma non fatene una malattia! A essere sincera la mattina del day 2 delle EGMO ero talmente agitata da essermi dimenticata tutti i portafortuna in camera e beh... ho semplicemente deciso che avevo una gara da fare e il resto l'avrei recuperato dopo. Il risultato? È stata una delle gare migliori che abbia fatto in vita mia!
Hai qualche suggerimento su come gestire il tempo in gara?
Evitate di guardare troppo gli orologi prima di aver definitivamente concluso un problema; è probabilmente una questione molto soggettiva, ma separare la gara in tempi rigidi non vi favorisce necessariamente: una delle cose principali richieste durante le olimpiadi secondo me è l'elasticità mentale, la capacità di adattare idee e strategie già viste a contesti diversi e non è assolutamente detto che dobbiate impiegare esattamente x minuti per farne uno e y per un altro, anzi, ho sempre pensato che questo mi costringesse a dover lavorare come una macchina; al contrario, entrate con l'idea di divertirvi e farvi catturare dai problemi, guardare troppo l'orologio potrebbe tenervi legate a terra invece che far volare l'immaginazione.
Ci sono figure di matematiche particolarmente importanti per te?
Le figure femminili nella matematica sono alquanto rare ma nonostante questo non mancano i loro contributi nella storia. Credo che le mie preferite siano Ipazia di Alessandria e Sophie Germain, penso più che altro per il loro spirito vivo, la caparbietà nel non fermarsi davanti a condizioni sociali che avrebbero voluto negare loro la possibilità di sviluppare la propria passione, oltre all'acume che hanno dimostrato non solo nella matematica. Detto ciò loro rimangono delle icone importanti, ma nella maggior parte dei casi non è a loro che penso quando studio matematica: l'aspetto più intrigante sta certamente nel cercare le strategie più diverse per arrivare a una qualche meta, una sfida che senza le EGMO forse non avrei potuto apprezzare più di tanto.